Il Belvedere non possiede un giardino propriamente detto, chiaramente delimitato, bensì, come spesso accade nelle residenze di campagna, all’interno dell’anello di recinzione più prossimo alla villa, prossimo all’edificio principale si sviluppa una parte più formale, con vialetti in ghiaia, parterres e specie botaniche e arbustive non autoctone. Porzione che, gradatamente, si stempera mescolandosi con la natura boschiva, spontanea, dell’intorno.
L’accesso alla villa avviene attraverso un portale chiuso da un cancello settecentesco, preceduto da due plinti con grandi vasi in pietra chiara provenienti da Montecchio, la Villa costruita dal nonno Carlo, dove nacque Giusi Pesenti Calvi. A lato dell’ingresso è ubicata la rimessa che ancora ospita alcuni calessi e le finimenti dei purosangue di Pier Antonio Pesenti. Ad accogliere i visitatori, un nano da giardino in pietra calcarenite, in divisa settecentesca: una testimonianza delle fasi più antiche e del legame con la tradizione delle ville venete.
Un vialetto in ghiaia compie il consueto anello per il giro delle auto, e cinge inoltre sui due lati la villa, aprendosi in un ampio spalto alla testata nord ovest della villa, aperto sulla vista incontaminata dei boschi verso Olera. Da qui, il viale prosegue in discesa inoltrandosi nel bosco, sino a raggiungere un angolo molto ben ombreggiato, in corrispondenza della vallecola che corre laterale alla villa. In questo luogo si trova una doppia vasca con acqua corrente naturale: punto essenziale per l’ecosistema e in particolare per la fauna anfibia locale. Le vasche sono cinte da strutture a “rocaille”, con frammenti architettonici antichi, in pietra Arenaria di Sarnico (fusti di colonne, frammenti di capitelli e mensole, ecc.), ed elementi scultorei altrettanto eterogenei per età e provenienza.